"Camminare significa aprirsi al mondo. L'atto del camminare riporta l'uso alla coscienza felice della propria esistenza, emerge in una forma attiva di meditazione che sollecita la piena partecipazione di tutti i sensi.
E' un'esperienza che a volte ci muta, rendendoci più inclini a godere del tempo che non a sottometterci alla fretta che governa la vita degli uomini del nostro tempo. Camminare è vivere attraverso il corpo. per breve o lungo tempo... nel contesto della realtà quotidiana parrebbe esprimere una forma di nostalgia, oppure di resistenza.
I camminatori sono persone particolari che accettano per qualche ora o qualche giorno di uscire dall'automobile per avventurarsi fisicamente nella nudità del mondo, favorisce l'elaborazione di una filosofia elementare dell'esistenza basata su di una serie di piccole cose, induce per un momento a interrogarsi su di sé, sul suo rapporto con la natura e con gli altri, a meditare un'inattesa gamma di questioni.
Perdere tempo a camminare appare come un atto anacronistico in un mondo dominato dalla fretta. Poiché introduce una dimensione dilettevole del tempo, come dei luoghi, il camminare rappresenta uno scarto, uno sberleffo alla modernità" (David Le Breton "Il Mondo a Piedi")